Dal diario di Adriana
Giorno 24
Quando vado a trovare i miei parenti in Sicilia mi accorgo che spesso in macchina non indossano la cintura di sicurezza e qualche volta sono indisciplinati anche per l’uso del cellulare. Fanno tardi agli appuntamenti e, cosa che mi fa impazzire letteralmente, non hanno orari precisi per il pranzo e soprattutto per la cena. Quando è estate trascinano le loro giornate sino a oltre il tramonto e con flemma, solo quando avvertono i morsi della fame, decidono di cucinare.
Quando vado in Sicilia…
Quando vado in Sicilia a trovare i miei parenti l’odore di arancini mi stordisce ed è difficile resistere a quel richiamo. Quando vado in Sicilia dai miei parenti, non vedo l’ora di passeggiare nell’aranceto dove quando ero piccola c’era la fattoria di mio nonno. La nostalgia di quelle passeggiate con la sua mano callosa nella mia piccola mano, mi prende lo stomaco. Quando vado in Sicilia salgo verso il vulcano e mi stupisco della sua potenza, quasi impaurita da tutta quella natura selvaggia e scura.
Zagare e coralli
Quando vado in Sicilia ripercorro la storia della valle dei Templi e sulle orme degli antichi mi sembra che tutto sia immenso e che quel filo di cultura e tradizioni non sia morto ma conduca al presente. Quando vado in Sicilia e vedo il mare sento l’odore di zagara. Da quelle acque emergono coralli e talvolta corpi, quelli dei migranti che non ce l’hanno fatta. Ma nessuno è rimasto inerte a guardare e quelle vite in qualche modo ha cercato di salvarle.
Ad alcuni eccellenti colleghi giornalisti che in questi giorni teorizzano non la diversità dei temperamenti tra le genti ma l’inferiorità di quelli del sud rispetto a quelli del nord, non varrebbe la pena di rispondere. Avverto il richiamo di concezioni pericolose e di supremazie di razza che appartengono a un certo passato anche della nostra storia. E non c’è appello o sanzione da parte dell’ordine dei giornalisti che possa colmare questa cieca miopia, questa incapacità di capire chi siamo e dove andiamo. Mi viene solo da dire poveri noi.