Perché il sangue è la vita

Perché il sangue è la vita di AA.VV. (a cura di) Andrea Carlo Cappi

Le 12 storie migliori selezionate dal concorso per racconti horror Premio Torre Crawford 2020

  • Titolo: Perché il sangue è la vita
  • Autore: Patrizia Birtolo, Claudio Bovino, Svevo Codella, Cosimo Gentile, Marco Marinoni, Luca Notarianni, Francisco Papa, Giovanni Parentignoti, Giusi Sabatini, Andrea Sola (a cura di) Andrea Carlo Cappi
  • Lingua: Italiano
  • Formati: kindle, copertina flessibile
  • Editore: Oakmond Publishing (2020)
  • Generi: Thriller, Narrativa, Racconti, Horror

1905: la frase Perché il sangue è la vita ispira al celebre scrittore americano Frances Marion Crawford una storia gotica ambientata a San Nicola Arcella, nell’antica torre che oggi porta il suo nome. Oltre un secolo dopo, quel racconto apre una nuova antologia fra thriller e horror. Un sorprendente esperimento letterario dai risultati incredibili, che include una versione inedita del romanzo breve Ti piace il sangue? di Cristiana Astori e i racconti selezionati dalla giuria del Premio Torre Crawford, presieduta da Andrea Carlo Cappi. Dodici storie di autori già noti o emergenti, in cui si alternano tormento e ironia, riflessi della stagione che stiamo vivendo.

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Perché il sangue è la vita:

Dodici gocce di sangue

Andrea Carlo Cappi

Ci sono leggende che parlano di creature che non appartengono né a questo né ad altri mondi. Non importa se, per quanto è noto alla scienza, non esistono brucolachi, nosferatu, masticatori di sudari, nachzehrer, lamie o vampiri che dir si voglia. È sufficiente che un certo numero di persone si convinca della loro presenza che subito spuntano acuminati paletti di frassino, pronti a infiggersi nel petto di qualche malcapitato, vivo o morto che sia.

Una leggenda che circola invece nel mondo dell’editoria è che i libri di racconti non interessino a nessuno. Anche qui non importa che sia falsa: basta che la superstizione si diffonda e si trovano ben presto esperti di marketing e promotori editoriali dispostissimi a farne una realtà. Ignari del fatto che, proprio da pubblicazioni del genere, molti lettori scoprirono Edgar Allan Poe, Francis Marion Crawford o Howard Phillips Lovecraft. D’altra parte, nessuno di questi tre figura sull’ultima lista degli influencers.

La verità è che le raccolte di autori vari – o le loro odierne versioni online – sono spesso foriere di piacevoli sorprese. Un tempo leggevo antologie e riviste di racconti in cui figuravano nomi illustri, trovando al loro fianco promettenti scrittori a me ignoti, che cominciavo quindi a tenere d’occhio. Per circa un decennio ho curato io stesso una rivista del genere, molto apprezzata dai lettori fino all’arrivo di sedicenti esperti, con i loro paletti. Metaforici, ma ugualmente e stupidamente letali.

Noncurante di ciò, qualche giovane audace ha deciso ora di ripercorrere la stessa strada e indire a San Nicola Arcella un concorso letterario ispirato a Francis Marion Crawford, con l’intento di ricavarne un’antologia. Chiamato in causa come presidente della giuria e curatore, ho deciso di assegnare un tema obbligato ai partecipanti: Perché il sangue è la vita, una citazione dell’Antico Testamento e al tempo stesso il titolo del racconto che nel 1905 il Maestro in persona ambientò nella torre che oggi porta il suo nome.

Il suo Perché il sangue è la vita, che qui trovate nella mia nuova traduzione, è un classico mondiale della letteratura sui vampiri. Ma non per questo volevamo a tutti i costi racconti su creature succhiasangue: i banali imitatori del filone sarebbero stati ignorati, mentre le variazioni sul tema erano le benvenute, purché fosse rispettato… il senso della frase, per citare il mio amico Andrea G. Pinketts.

E, a proposito di amici, alla voce sangue ricordavo l’esistenza di due versioni diverse di una splendida storia scritta della famosa autrice di horror e thriller Cristiana Astori: una pubblicata anni fa e un’altra, ancora inedita, da lei preferita. Un original cut, in tutti i sensi. Quale occasione migliore di questa, dunque, per riportarla alla luce? Quindi mi sono assicurato i diritti per una première d’eccezione. Il privilegio dell’editor competente.

Ciò che nessuno di noi poteva prevedere era che, appena lanciato il bando del Premio Torre Crawford, il mondo fosse colpito da una pandemia come non se ne vedevano da un secolo, anche se – in un modo o nell’altro – nel momento in cui scrivo si è finora evitato il mostruoso bilancio di vittime dell’influenza spagnola del 1918-20 (mi spiace molto deludere i complottisti improvvisati, ma cose del genere capitavano ben prima del 5G). Nondimeno, l’esperienza collettiva e globale del Covid-19 ha coinciso con il momento in cui alcuni dei partecipanti al concorso si sono messi a scrivere.

Era inevitabile che, mentre gli autori se ne stavano – presumo – confinati nelle loro case, traessero ispirazione dall’atmosfera reale e mediatica che li circondava. Dalla Storia in fieri. Dopotutto, la probabile etimologia di nosferatu è nella parola greca nosophoros, ovvero portatore di malattia. Dunque, questa antologia è divenuta senza volerlo riflesso e testimonianza dei giorni particolari in cui è nata: inaspettatamente, anche un documento storico. Perdonateci: non pensavamo di realizzare un’opera immortale. Ciò non comporterà in ogni caso un aumento del prezzo di copertina.

In questo libro non troverete, beninteso, solo vampiri o tantomeno allusioni al coronavirus, né esclusivamente racconti horror. Gli autori selezionati – tutti anonimi, fino all’apertura finale dei file con le loro identità – hanno toccato una sorprendente varietà di argomenti. Sono stati esclusi altri racconti, pur interessanti, che tuttavia erano scivolati fuori tema; per cui alla fine, rispetto alla decina che ci eravamo prefissati, ne abbiamo scelti solo nove, un paio dei quali abbiamo scoperto a posteriori essere firmati da nomi già noti, quantomeno al pubblico più attento alla narrativa di genere.

C’è poi un racconto, fuori concorso, di uno degli ideatori del Premio: proprio l’individuo che mi ha coinvolto in questa operazione culturale da cui, sia ben chiaro, non guadagno niente, come in tutte le operazioni culturali a cui scelgo di partecipare. Costui si era autoescluso d’ufficio; ma, avendolo io (insieme al già citato Pinketts) scoperto e selezionato proprio come autore in concorsi precedenti, l’ho costretto a farmi leggere ugualmente la sua storia. Dopodiché ho deciso a forza di inserirla nell’antologia, anche se – e proprio perché – quando arrivate all’ultimo racconto del volume vi consiglio di adottare le procedure associate a un atterraggio turbolento.

Dunque, in questo libro, che va ben oltre i meriti di chi lo ha concepito, troverete scrittori magistrali, temprati, emersi ed emergenti. Tutti con qualcosa in comune: come suggerisco spesso nei miei corsi di scrittura, occorre far cadere qualche goccia del proprio sangue sulla pagina, per darle vita.

Perché il sangue…

Be’, ormai lo sapete.

Chiunque – israelita o straniero che viva tra voi – vada a caccia e uccida un animale o uccello di cui sia consentito cibarsi, deve scolarne il sangue e coprirlo di terra, perché il sangue è la vita. Per questo ho detto al popolo d’Israele di non consumarlo mai, giacché la vita di ogni uccello o animale è il suo sangue. Pertanto, chiunque consumi sangue dev’essere scomunicato. (Levitico 13-14)

Questa è la fine dell’anteprima gratuita. 

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