I nostri nonni

Dal diario di Adriana
Giorno 17

L’immagine più bella di oggi è in prima pagina su Il Corriere della Sera: Giorgio e Rosa, rispettivamente 77 anni e 74 anni, si abbracciano nella stanza di un ospedale di Cremona nel quale erano entrambi ricoverati.

I figli non avevano detto al loro papà che anche la moglie era arrivata in ospedale con il virus perché non volevano farlo preoccupare. Superata la malattia gli infermieri li hanno fatti incontrare. Cinquanta anni di matrimonio in un abbraccio. Giorgio stringe il volto di Rosa ed è davvero difficile descrivere il sollievo e la felicità impressa nei loro volti perché le parole sarebbero superflue.

Negligenza, incuria, superficialità

Non basta un’immagina per superare lo sconforto che proviamo dinanzi al numero dei troppi anziani morti nell’ultimo mese nelle loro case, talvolta in solitudine o nelle residenze del territorio, molte delle quali ormai nel mirino dei magistrati. Negligenza, incuria, superficialità, scarsa attenzione al valore della vita umana, sino all’ipotesi di reato di epidemia colposa. È già diventato virale (dovremo deciderci a trovare un altro termine) l’editoriale di Antonio Scurati con il commovente epitaffio per i bambini degli anni quaranta. Ovvero i nostri genitori, i nonni dei nostri figli – per noi della generazione adulta intermedia – gli anziani che avevano vissuto parte della guerra e che erano sopravvissuti alle persecuzioni e alla paura. Poi – ricorda Scurati – ci sono quelli della ricostruzione, quelli che si sono rimboccati le maniche per cogliere i frutti del boom economico con la Vespa per le prime gite e la televisione.

Se ne vanno mesti

«Se ne vanno mesti – ha scritto Scurati – silenziosi come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro e di sacrifici.» Un dolore immenso, assurdo, persino paradossale. Sebbene i nostri medici e i nostri infermieri abbiano fatto il possibile, qualcosa non ha funzionato e la perdita dei nostri anziani è una ferita terribile. È una generazione di memorie e di esperienze che lascia un grande vuoto e che dobbiamo custodire nei nostri cuori.
Per questo Giorgio e Rosa con il loro abbraccio ci fanno bene.