Dal diario di Adriana
Giorno 28
Qualcuno mi ha fatto notare che le pagine del mio diario ai tempi del coronavirus trasudano qualche volta una certa malinconia e, in effetti, concordo perché c’è poco da ridere. Ma oggi voglio concedermi una nota di leggerezza e dedicare una piccola riflessione al parrucchiere.
Perché la delusione è stata forte, davvero troppo forte quando il presidente del consiglio Conte ieri sera ha annunciato che i parrucchieri apriranno solo il 1 giugno che, peraltro, ci viene fatto notare è un lunedì. Poveri noi. Sfido chiunque a non aver avuto un moto di rabbia e a non aver pensato: “Caro Conte tu i capelli te li sei fatti e forse anche la tinta perché sei sempre ben pettinato e sistemato”.
Crudeli considerazioni
Così questa mattina, davanti allo specchio, ho fatto ancora più fatica a trovare un verso alla mia capigliatura, ho biascicato qualche parolaccia tra me e me e infine sono letteralmente esplosa quando una collega mi ha scritto un messaggio che voleva essere un complimento: “Ti ho vista in onda al telegiornale e stavi bene”. Ovviamente ho pensato che fosse solo una crudele considerazione, una beffa atroce ai miei danni, una provocazione meschina alla quale non si poteva rispondere che con una faccetta del famigerato whatsapp deputata opportunamente a esprimere i nostri stati d’animo.
Lavoro a rischio
Ma la faccenda del parrucchiere rischia di diventare più seria di quel che pensiamo e anche questa pagina rischia ancora una volta di precipitare nella tristezza. Perché da diverse ore sul web monta la protesta dei parrucchieri che speravano ovviamente di aprire prima. E sono in tanti a far notare che un altro mese di chiusura può essere il preludio di una chiusura definitiva con migliaia di posti di lavoro a rischio.
In campo a favore dei parrucchieri è sceso anche il Sindaco di Bergamo Gori secondo il quale non vi è differenza tra andare in metro indossando la mascherina e andare dal parrucchiere con tutte le precauzioni. Poi ci sono quelli che fanno circolare foto imbarazzanti stile Cugini di campagna che chi ha più o meno la mia età ricorda appunto per le folte capigliature. Insomma i parrucchieri godono di appoggi eccellenti e nemmeno la vibrata protesta della conferenza episcopale italiana riguardo al divieto di fare messa ancora per un po’ potrà raccogliere lo stesso consenso. Qualche ora fa a Padova alcuni parrucchieri, ovviamente con mascherina, si sono incatenati per protesta davanti ai loro negozi. Davvero mai si era visto prima.