La scienziata

Dal diario di Adriana
Giorno 25

Gli scienziati sono quelli con i capelli per aria e lo sguardo perso.  A volte sono anche molto distratti perché in realtà sono molto concentrati su qualcosa. Nell’immaginario che appartiene alla nostra infanzia, piena di luoghi comuni, gli scienziati inoltre sono quasi tutti uomini perché le donne al massimo hanno affiancato i grandi nel loro cammino, fungendo da spalla e sostegno.   

La pandemia ci ha fatto scoprire alcune cose che prima non ci interessavano. In primo luogo che la scienza non è così lontana da noi e che, al contrario, si preoccupa per noi. Certo, ci sono anche gli scienziati che si prodigano per compiere azioni scellerate e che mettono il loro genio al servizio del male come in alcuni film di James Bond. Ma in linea di massima la ricerca si orienta su tutto ciò che può migliorare le nostre condizioni di vita e della scienza non possiamo fare a mano.

Il pensiero è lucido, efficace

C’è una signora garbata che appare sempre più spesso in televisione. Talvolta ha la voce leggermente metallica perché utilizza evidentemente un collegamento skype ma il pensiero è lucido ed efficace. La signora in questione si chiama Ilaria Capua, ha lo sguardo mite e – facendo sempre ricorso ai luoghi comuni – sembra una tranquilla casalinga. Nel 2006 decise di rendere di dominio pubblico la sequenza genica del virus dell’aviaria battendosi per il libero accesso ai dati dei virus influenzali. Una operazione di trasparenza che forse non è piaciuta a tutti. Nel 2014 fu accusata – anche attraverso un a campagna di stampa molto pesante – di associazione a delinquere per traffico illecito di virus. Venne prosciolta ma a seguito di quella vicenda decise di trasferirsi all’estero, negli Stati Uniti, ed è proprio dalla Florida che ci parla di covid 19.

La fuga dei cervelli

A volte i giornalisti sbagliano e la giustizia pone rimedio. Altre volte la giustizia sbaglia e i giornalisti ce la mettono tutta per accendere i riflettori sulle storture e le ingiustizie. Ma la signora Capua, che tra tanti scienziati si pone in modo umile e chiaro, mi fa pensare a quante menti abbiamo letteralmente fatto fuggire all’estero. Per mancanza di fondi destinati alla ricerca, prima di tutto, e per miopia poiché ci sembrava di non aver più bisogno della scienza. Allo stesso modo abbiamo consentito che tanti giovani medici e infermieri, stremati dall’incertezza del futuro, trovassero un impiego certo nelle corsie degli ospedali di Gran Bretagna e Germania dove sono apprezzati, anche in questa emergenza,  per le loro competenze e per la qualità elevata della loro formazione.

Su molte cose la pandemia ci dovrebbe spingere a chiedere scusa. Ma forse la signora Capua non ne ha più bisogno.