Invisibili

Dal diario di Adriana
Giorno 18

Vorrei dedicare la mia pagina di oggi agli invisibili o meglio a quelli di cui ci accorgiamo solo in determinate circostanze. Fra questi ci sono sicuramente i senza fissa dimora, gli stranieri che lavorano nelle nostre case, colf e badanti, e tutti coloro che normalmente nelle società occidentali, con un buon livello di benessere, garantiscono che i nostri standard non subiscano tracolli.

Gli stagionali

In questi giorni arrivano gli appelli delle associazioni e degli organismi rappresentativi in agricoltura che denunciano il rischio di un crollo del settore per la mancanza di forza lavoro. Ci viene spiegato che normalmente arrivano nel nostro paese, in modo regolare, almeno 400 mila stagionali e il 30 per cento proviene dalla  Romania. Poi si sono quelli che lavorano nei campi sfruttati dai caporali senza scrupoli, una filiera illegale di cui ogni anno fingiamo di occuparci per poi dimenticare immediatamente quando ortaggi, pomodori in particolare, e fragole arrivano succosi sulle nostre tavole. Quest’anno per le chiusure del Covid sarà arduo assicurare che i regolari ci siano e forse anche gli irregolari moriranno di fame.

La politica si sveglia a modo proprio

La politica si sveglia a modo proprio. La ministra Bellanova, titolare del dicastero dell’agricoltura, chiede che le baracche-ghetto dei braccianti vengano sanate e gli immigrati regolarizzati. Una proposta che scatena immediatamente la xenofobia di altri esponenti parlamentari che invocano persino che quei posti di lavoro vengano riservati agli italiani. Non che i nostri connazionali siano pigri e non amino la campagna ma sappiamo bene che a quei lavoratori stranieri si è dovuto far ricorso per colmare un vuoto che rappresenta un cambiamento sociologico e antropologico del nostro paese. Come tornare indietro?

Si faccia qualcosa per gli invisibili. Lo si faccia per egoismo, come accade spesso quando abbiamo bisogno di qualcosa, o lo si faccia per generosità. Smettiamola di fingere che tutto sia come prima.