Il conforto

Dal diario di Adriana
Giorno 14

Un giorno suonarono i tamburi e tutti gli abitanti del villaggio si radunarono davanti alla capanna dello stregone. In realtà si trattava  soltanto dell’uomo più anziano e più saggio della tribù ed era raro vederlo perché usciva dalla sua capanna solo dopo il tramonto quando molti dormivano. Guardava le stelle e parlava alla luna e la sua litania – un filo di voce basso ma continuo –  si poteva sentire anche da lontano.  Alcuni bambini – i nuovi nati – non l’avevano nemmeno mai visto ma sapevano che lo stregone, nonostante il suo aspetto, era buono e si preoccupava per loro.

Li invitò alla fiducia e alla pazienza

Quando comparse fuori dalla tenda alcuni si lasciarono sfuggire un oh per la sorpresa. Barcollava su un bastone, i lunghi capelli ormai bianchi gli accarezzavano le spalle, e forse la sua vista non era più così acuta come un tempo. Si rivolse al suo popolo, a coloro che erano rimasti  ancora in vita dopo l’epidemia, e li invitò ad avere fiducia e pazienza perché – ne era certo – la luna piena non era più nel cielo  e quindi tutti i mali e le malattie sarebbero scomparsi.  Molti si sentirono rassicurati e più forti.

Cos’è la Pasqua

Oggi è Pasqua e per i credenti è un giorno particolare perché la Chiesa festeggia la Risurrezione di Cristo. Per gli ebrei la Pasqua – che ha un calendario diverso – indica il passaggio attraverso il Mar Rosso e quindi la liberazione dalla schiavitù. Per gli arabi rappresenta un giorno altrettanto importante, ovvero la  prova della  fedeltà del profeta Abramo quando Dio gli chiese di sacrificare  il figlio Isacco. Per i non credenti la Pasqua  contiene comunque l’attesa di un futuro migliore dopo la sofferenza.

Catastrofi  e malattie ci sono sempre stati ma noi cittadini del mondo moderno ci siamo sentiti per molto tempo invincibili. Ora, invece, siamo smarriti come i poveri abitanti del villaggio immaginario di cui vi parlavo e non sappiamo come reagire. Chiediamo aiuto alla scienza, privilegio delle società evolute, ma la strada è ancora lunga. Abbiamo bisogno di conforto. Ciascuno lo trovi dove crede ma non smetta di cercarlo. Come ci ha ammoniti ieri il presidente della Repubblica: «possiamo superare l’emergenza, i sacrifici sono stati utili… anche io trascorrerò la Pasqua in solitudine ma il paese deve continuare a coltivare la speranza e la solidarietà.»